Esterno della basilica di Sant'Apollinare Nuovo.
Ravenna, esterno della basilica di Sant'Apollinare Nuovo.
Monumenti Unesco

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

Sulle pareti della basilica risuona ancora la battaglia tra arianesimo e ortodossia, combattuta tessera su tessera.

Ravenna, dettaglio del campanile di Sant'Apollinare Nuovo.
Ravenna, dettaglio del campanile di Sant'Apollinare Nuovo.
Ravenna, vista interna della navata centrale di Sant'Apollinare Nuovo.
Ravenna, vista interna della navata centrale di Sant'Apollinare Nuovo.

PERCHÉ È PATRIMONIO UNESCO
Per la prima volta si attua la perfetta fusione tra elementi architettonici e decorativi occidentali e orientali, caratteristici dell’edilizia ravennate. Il ciclo cristologico è unico per le scelte tematiche e rispecchiano la religione dei goti. Vi coesistono mosaici teodoriciani e giustinianei.

Storia

L’esterno è in semplici mattoni rossi. La facciata a capanna è arricchita da una bifora del IX secolo, coeva al campanile, e da un nartece rivestito in marmo, eretto nel XVI secolo.
La pianta è longitudinale, a tre navate. L’interno è scandito da 12 splendide colonne in marmo greco, con capitelli a lira, fatti giungere direttamente da Costantinopoli.
Teodorico, colto re degli Ostrogoti, fece erigere la basilica tra il 493 e il 526 come chiesa di palazzo riservata al culto ariano, dedicandola a Cristo Salvatore. Il Sovrano commissionò un ciclo di mosaici col fine di esaltare il suo regno sulla terra e i mari, la sua corte e la figura di Cristo. L’arianesimo era considerato un’eresia dalla chiesa ortodossa: infatti negava l’essenza divina di Cristo, pur venerandolo come esempio da seguire per la Salvezza eterna. Finito il regno ostrogoto, con la conquista bizantina della città, dal 561 d.C. la chiesa fu ridedicata a San Martino e vennero realizzati nuovi mosaici, di qualità eccelsa.

I mosaici imperdibili di questo luogo

Palazzo di Teodorico

Appena entrati nella basilica, raggiunta la navata centrale, ci accoglie il mosaico raffigurante il palazzo di Teodorico. Un edificio sontuoso, decorato da Vittorie, marmi pregiati, che simbolicamente abbraccia tutta la città. Vediamo le cupole dei due battisteri, degli Ariani e il Neoniano, accanto a due imponenti strutture, forse la chiesa di Santo Spirito e il complesso Arcivescovile. Teodorico aveva fatto ritrarre se stesso e la corte sotto gli archi e le porte del palazzo. Nel 561 l’imperatore ortodosso Giustiniano, attraverso l’Arcivescovo Agnello, fece distruggere le immagini degli ariani eretici. Li sostituirono con preziosi tendaggi ma, se osserviamo con attenzione, dalle bianche colonne fanno capolino delle mani, quel che resta della prima committenza.
Ravenna, dettaglio del mosaico con la facciata del palazzo imperiale e i tetti degli edifici ravennati.

Classe

Dalla parte opposta del Palatium è rappresentata la città di Classe: Teodorico desiderava essere ricordato come re della terra e dei mari. L’abitato di Classe è cinto da imponenti mura, in tessere d’oro, precedute da tre splendide navi, di cui una con le vele spiegate. Classe deve il suo nome alla presenza della Classis, la flotta imperiale. Era un centro economico, militare e religioso importante tanto quanto la capitale, Ravenna.
Ravenna, dettaglio del mosaico con la città di Classe e tre navi, nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo.

Ultima cena

Nel terzo registro, al di sopra delle finestre della navata centrale, sono narrate le storie pubbliche e private di Cristo, di committenza teodoriciana. L’Ultima cena è molto particolare. Cristo, vestito di porpora, e gli Apostoli, son insolitamente sdraiati su uno stibadium, una specie di divanetto disposto a ferro di cavallo. A Cristo è riservato il posto d’onore, la sinistra: gli sguardi stupiti degli Apostoli, resi con vivacità da un gioco di tessere nere e bianche, conducono uno ad uno alla figura di Giuda, il futuro traditore. Al centro del tavolo, anziché l’agnello, due pesci e dei pani a forma di piramide: la “cena pura” di tradizione ebraica, adottata anche dagli ariani.
Ravenna, mosaico con la raffigurazione di Cristo e gli Apostoli nell'Ultima Cena, nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo.

Processione di Sante

La lunga processione di Sante, silenziose ed eleganti, vestite come principesse bizantine, sono state eseguite dopo il 561 d.C., quando Giustiniano decise la riconsegna dei beni ariani in mani ortodosse. Sostituiscono alcune figure della corte di Teodorico. Le Sante, accompagnate dal loro nome, sono guidate da Sant’Eufemia di Calcedonia, venerata allora come santa protettrice dell’ortodossia. Assieme alla teoria dei Santi sulla parete opposta, i mosaici giustinianei del VI secolo sono un esempio sublime dell’arte bizantina. Secoli dopo, nel XIV secolo, il Sommo Poeta Dante sembra essersi ispirato a loro in alcune suggestioni nel canto XXIX del Purgatorio.
Ravenna, mosaico con la processione delle Sante sul fondo oro, nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo.

Info sul luogo

Via di Roma, 53, 48020 Ravenna RA

Info aggiuntive

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Tariffe

Intero: €10.50
Ridotto: €9.50 (*)
Il biglietto è solo cumulativo e comprende: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il Battistero Neoniano (**), la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia (**), il Museo e la Cappella Arcivescovile. Il biglietto è valido per 7 giorni consecutivi dalla data di emissione e dà diritto a un solo ingresso per monumento.
* Valido per studenti italiani e stranieri durante l’anno scolastico; associazioni ed enti convenzionati (dettagli).
** Per l’ingresso al Mausoleo di Galla Placidia e al Battistero Neoniano è previsto un supplemento di € 2 (prenotazione obbligatoria). Il supplemento anche per bambini di età superiore ai 6 anni e residenti del Comune di Ravenna.

Prenotazioni

I biglietti sono acquistabili online, rivolgendosi al Centro Prenotazioni o il giorno di visita presso le biglietterie situate all’ingresso dei monumenti (con precedenza alle prenotazioni e fino a esaurimento posti).
Per maggiori informazioni: www.ravennamosaici.it

Gratuità

Bambini fino a 10 anni; residenti nel Comune di Ravenna (esibendo un documento di riconoscimento valido che attesti la residenza); persone con disabilità (con invalidità certificata superiore al 74% o possessori della Carta Bianca), religiosi/e, militari; guide turistiche Regione Emilia-Romagna nell’esercizio della propria attività professionale.
I giornalisti, per usufruire della gratuità, devono essere accreditati in anticipo chiedendo l’autorizzazione scritta alla Direzione dell’Opera di Religione: info@ravennamosaici.it
Per gruppi la gratuità è riservata ad 1 capogruppo ogni 20 paganti. Scolaresche: 1 insegnante gratuito ogni 10 alunni.

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Ravenna, vista dell'interno della Cappella di Sant'Andrea, mosaici del Vi secolo e affreschi di Luca Longhi, XVI secolo, nelle lunette laterali.
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