Mosaico pavimentale in opus scutulatum.
Storie del mosaico

Breve storia del mosaico

Dalle origini ai giorni nostri

Il mosaico è una tecnica in cui si applicano a una sostanza legante diversi elementi materici a frammenti (tessere di smalti, vetro, pietre, sassi e altri materiali), gli uni accanto agli altri, per creare un’unità o un’immagine.
Nacque circa 5000 anni fa per soddisfare un’esigenza pratica dell’uomo: rendere le superfici durature nel tempo e impermeabili all’acqua .

IL MOSAICO CLASSICO (V sec a.C.-V sec. d.C)
I primi a usare il mosaico anche in senso estetico furono i greci, che dal III secolo a. C. introdussero la tecnica dell’Opus Vermiculatum. Tagliavano a mano delle piccole tessere di forma cubica e le allettavano accostate una all’altra, in modo da creare delle immagini decorative nei pavimenti.
I romani copiarono questa tecnica.
Dal I secolo a.C. incominciarono poi ad usare il mosaico, resistente all’umidità, anche per decorare le pareti di fontane e giardini. Le dimensioni delle tessere divennero più grandi e lo spazio tra una tessera e l’altra aumentò. Fu possibile così rivestire delle superfici più ampie.

IL MOSAICO BIZANTINO E MEDIEVALE (V sec. d.C.- XV sec.)
Con l’arrivo del Cristianesimo e la nascita di nuovi edifici di culto ci fu la necessità di decorare, oltre ai pavimenti, anche enormi superfici interne e si utilizzò il mosaico anche per diffondere concetti religiosi e politici. Sulle cupole, le volte e le pareti furono realizzati grandi cicli di immagini. Vennero utilizzati non più solo materiali lapidei (marmi o sassi) ma le paste vitree, gli smalti e l’oro. La brillantezza delle superfici colpite dalla luce creavano riverberi e suggestioni che davano la sensazione di un’unione tra l’uomo e Dio. Nel periodo bizantino le tessere non furono più solo cubiche, ma di vari formati, regolari e non, proprio per permettere riverberi e ombre. Dall’XI secolo, decaduto lo splendore bizantino, le tessere tornarono quadrate.

DAL XV al XIX sec.
Il mosaico perse il suo primato e la sua importanza e divenne una tecnica al servizio della pittura. Venne usato per riprodurre i capolavori dipinti in materiale più durevole. Nel 1800, grazie alla corrente del Romanticismo, tornò l’interesse verso le tecniche artistiche del mondo medievale, e quindi anche verso il mosaico.

DAL XIX sec. AI GIORNI NOSTRI
Grazie alle grandi imprese architettoniche (solo per citarne alcune : Parco Güell a Barcellona di Antoni Gaudì, Palazzo Stoclet a Bruxelles di Gustav Klimt e per l’Italia i progetti di Gino Severini) dal 1900 il mosaico vide una nuova stagione di rinascita. Nel mosaico contemporaneo la tecnica musiva diventò un mezzo d’espressione di diverse figure creative, spesso in collaborazione. Oggi non è più solo un terreno in cui si misurano pittore e mosaicista, il primo che disegna e il secondo che esegue la copia in tessere, ma è un linguaggio utilizzato nel design, nella scultura, nell’architettura, nella progettazione degli spazi.