È l’elemento materiale del mosaico, nel tradizionale opus tessellatum. Di solito è un cubo o un parallelepipedo di marmo, materiale vetroso o pietra, di dimensioni variabili. I lati possono andare da 2 cm fino a pochi millimetri. La tessera viene modellata manualmente dal mosaicista con la martellina e il tagliolo.

La martellina è come un martello, ma con due penne taglienti: una adatta al marmo e l’altra per lo smalto.
Il tagliolo assomiglia alla punta di uno scalpello, conficcato in un ceppo di legno e fa da controtaglio alla martellina.

È il modo in cui le tessere vengono allettate alla superficie, una accanto all’altra, per determinare un’ immagine o un effetto. Le tessere possono seguire un andamento lineare, sdoppiarsi o spezzarsi per creare nuovi ritmi e andamenti.

È la distanza tra una tessera e l’altra. Può essere minimo, non svelando la malta di allettamento, o lasciare un maggiore respiro e scoprire la superficie a cui le tessere sono infisse.

Dall’epoca dei mosaici parietali paleocristiano-bizantini le tessere in smalto e oro possono venire allettate con differenti orientamenti ed inclinazioni. Questo permette loro di catturare la luce e irradiarla, creando stupefacenti riverberi e un senso di movimento delle superfici.

Disegno preparatorio su carta che, trasportato sul piano di allettamento delle tessere, serve da traccia per l’esecuzione del mosaico. Il cartone è molto importante soprattutto per la riproduzione dei mosaici antichi, riportandone i colori e le tessere in scala 1:1.